Immaginarlo e doverlo indovinare soltanto, ben nascosto com'è da pascoli e pietraie, è del tutto inaccettabile per un viaggiatore degno di questo nome. E allora anche i quattro chilometri di ghiaia e polvere si dimenticano in fretta, se alla fine della strada c'è un tesoro nascosto, che si conquista respirando aria che sa di cisto e lentisco, tra muretti a secco, greggi in transito e siepi senza fine.
Eccola, la spiaggia di Berchida, passata in pochi anni da sfondo per le mandrie di vacche ai record di pulizia tra bandiere verdi e azzurre, con l'acqua cristallina, la pineta e le dune. Per quanto banale, per chi arriva è inevitabile l'impressione di ricevere un premio per la pazienza. L'ideale, sembra quasi inutile sottolinearlo, è andare a riscuotere questa ricompensa lontano dalle giornate di massima affluenza: Berchida è diventata quasi un simbolo di mare incontaminato, e ora paga la celebrità inattesa.