Anticamente era Collis Altus, dal nome del colle su cui sorgeva, e non è difficile immaginare perché. Le prime notizie di Collalto risalgono al 900, quando a causa delle continue incursioni dei Saraceni gli abitanti della Valle del Turano scapparono verso le montagne, fondando, di fatto, dei nuovi paesi.
A lungo divisi tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, il 3 febbraio 1881 gli abitanti di Collalto decisero di aderire al neonato Regno d'Italia, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, in quella che è stata considerata come una pagina molto cruenta della storia del brigantaggio.
Quando si cammina per le stradine lastricate di pietra di Collalto, tra i balconcini fioriti e qualche anziano sulle panchine che segue con gli occhi i volti nuovi che passano, sembra ancora di sentire la storia travagliata di questo borgo della provincia di Rieti, tra i più belli d'Italia.
È una passeggiata tutta in salita quella che si fa per raggiungere il castello baronale, che dai suoi mille metri di altezza svetta sul paesaggio circostante e si affaccia sui faggi e sulle querce della Riserva naturale dei Monti Navegna e Cervia. Il silenzio è quasi irreale. Eppure anche il castello di Collis Altus ha i suoi misteri e le sue leggende.
Si racconta infatti che in epoca medievale una fanciulla di nome Bianca sia stata murata viva dalla sua padrona, appartenente a una delle famiglie più importanti della zona, a causa di una gelosia bruciante. Bianca morì tra atroci sofferenze e urla, ma non lasciò mai quel castello a cui era molto affezionata, comparendo come fantasma ogni volta che per la famiglia della padrona si avvicinava un momento di gioia o di tristezza...