Una cupola maiolicata domina il panorama. Sotto di noi, il mare bagna le coste di Maiori, allargandosi fino a un edificio che sembra un castello delle fiabe.
Da queste stradine tutto sembra adagiarsi alla giusta distanza. Siamo sul Sentiero dei Limoni, sui fianchi collinari che dividono Maori da Minori, nel cuore della Costiera Amalfitana. Qualche metro più giù, la vitalità della Costiera tra passeggiate, ristoranti, tavolini dei bar e tuffi in mare; quassù lo sguardo si prende una pausa di riflessione. Ammira questo luogo incantato in tutta la sua bellezza.
Il Sentiero dei Limoni parte proprio da Maiori, dalla collegiata di Santa Maria a Mare. Un percorso in gran parte pavimentato, con radi tratti sterrati, scandito da circa 400 scalini che ci conducono sulla sommità di questo tratto di Costiera. Abiti comodi e acqua in borraccia, si sale lungo la via Vena che pian piano ci porta al piccolo borgo di Torre, proprio a metà strada tra Maiori e Minori.
Qui i contadini portano avanti la tradizione dello sfusato amalfitano, così come accadeva cento anni fa: sporte di limoni coloratissimi portate a mano o a dorso di mulo, raccolte dai limoneti che fanno sembrare questo tratto di strada un cielo verde scuro ricamato da stelle gialle.
Lasciandoci guidare lungo questo sentiero, scopriamo vasti giardini e antichi poderi. I “contadini volanti”, cosiddetti perché si arrampicano virtuosamente sui pali in legno che sorreggono le piante di limoni, volteggiano sopra le nostre teste mentre uno dei contadini, padrone di casa, ci offre uno sfusato da mangiare rigorosamente crudo. Con tutta la sua buccia. Il sapore è celestiale: armonico, leggermente acre, molto sapido. Un piccolo capolavoro dell'agricoltura in questa terra miracolosa.
Intorno a noi si aprono rigogliosi gli altri limoneti, mentre continuiamo ad attraversare i sentieri che ci portano al belvedere della Mortella di Minori. Da qui, la piccola cittadina costiera sembra tornare alla sua antica vocazione di villaggio di pescatori, alternato poco più su dai paesaggi rurali e campestri.
«Qui il tempo si è fermato», dice la nostra guida Frank. Sembra una frase fatta, ma a star qui ci accorgiamo che è tutt'altro: è un lento respiro con cui riprendiamo in mano la “lentezza” dei ritmi umani. La dimensione giusta del quotidiano.