Numero
12

I laghetti segreti

I laghetti segreti I laghetti segreti

Come due fratellini timidi si nascondono tra le pieghe della gonna materna, i due lagustelli di Percile si proteggono sotto i rami dei cerri e delle roverelle.

Ma i nascondigli dei bambini non sono difficili da indovinare. Ai cancelli del sentiero, l’inverno tradisce la segretezza di Marraone e Fraturno: tra gli alberi secchi e marroni della scarpata, si palesa una macchia verde e brillante. Là c’è l’acqua.

Tutto ciò che si nasconde sui Monti Lucretili lascia delle tracce. Il cinghiale affamato ha setacciato tutto il terreno, e non se ne vergogna. C’è chi è più introverso: la primula appena nata si copre di foglie secche per non farsi vedere. Anche l’uomo ha lasciato i suoi segnali come fontanili e vecchie stalle, o le capanne di Santa Oliva, che marcano il percorso.

Ma non bisogna accontentarsi dello sguardo. Ci vuole orecchio. La martora veloce corre e fa vibrare i cespugli di lentisco e di prugnolo. Le mucche si intuiscono tra le roverelle, grazie al suono dei campanacci. E ci vuole naso. È troppo facile sentire l’odore dei cavalli appena passati ma è una sfida scovare l’elleboro fetido nascosto ai lati del sentiero. E ci vuole bocca. Il rovo estivo mette alla prova i più coraggiosi per ricompensarli con le sue more.

Quando anche l’acqua comincia a giocare a nascondino, la tana è vicina. I ruscelli veloci scorrono sul sentiero per poi scomparire tra le pieghe del pendio. Dietro l’ultima curva, finalmente si scopre Fraturno. Come si fa a non vederlo subito, così grande e luminoso? Ma finita una caccia ne comincia subito un’altra. Dove sono le rane che indicano il lago con il loro gracidare? E il tritone crestato? Chissà se è una carpa o una tinca quell’ombra scura che si muove sotto il pelo dell’acqua.

E perché no, magari qualche segreto si nasconde sul fondale, basso all’apparenza, in realtà profondo quanto un palazzo. Forse ogni dolina contiene un tesoro sommerso. E Marraone dov’è? È dietro gli ornielli e i lecci, prima di suo fratello. Le sue sponde sono solo per i più esperti e coraggiosi. Al viaggiatore tranquillo basta scoprirlo con lo sguardo. È sufficiente camminare un altro po’ per scoprire invece il Castel del Lago, con la sua antica cisterna e i terrazzi nascosti dall’edera.

Sdraiati sulla riva, l’acqua che tocca i piedi, si ascoltano le risa dei bambini. Qualche visitatore come me gioca dietro i sette pioppi cipressini sulla sponda, nascondendosi come Fraturno e Marraone tra gli alberi dei Monti Lucretili.