Nella piazza del Comune c’è un silenzio ovattato. Qualche anziano chiacchiera silenziosamente davanti al bar, il rintocco delle campane suggerisce che siamo già a mezzogiorno, eppure a Sutri c’è una calma quasi irreale.
Si riesce a sentire persino lo scroscio dell’acqua della fontana del Delfini, che decora la piazza del Comune e idealmente rappresenta il centro del paese, il punto intorno a cui ruota la vita quotidiana di questo piccolo borgo dell’Italia Centrale, oggi annoverato tra i più belli della Penisola.
“A due sole miglia sta Sutri, sede diletta a Cerere, e antica colonia, secondo che dicono, di Saturno: ove non lungi dalle mura mostrano il campo che narrano fosse il primo in Italia a ricevere la sementa del grano…”Francesco Petrarca, “Epistole Familiari”
Sutri è terra di leggende e di tradizioni popolari. Una storia che si tramanda di padre in figlio racconta che proprio qui, tra le mura etrusche e gli alberi ad alto fusto che oggi circondano questo paesino della Tuscia, Berta, la sorella di Carlo Magno, cacciata dal regno insieme all’amato condottiero Milone, sgradito al re perché privo di titolo nobiliare, diede alla luce suo figlio Orlando Paladino, poi Marchese del Chiaramonte, Conte di Blaye e Gonfaloniere della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Orlando crebbe a Sutri, finché un giorno, quando seppe dell’arrivo di Carlo Magno, che marciava col suo esercito alla volta di Roma, decise di sfidarlo. Si travestì da servitore e si infiltrò nel banchetto reale, dove riuscì a rubare la coppa da cui aveva bevuto il sovrano. Carlo Magno, colpito dalla furbizia e dalla bravura del ragazzo, quando seppe che si trattava di suo nipote, decise di perdonare Berta e volle Orlando accanto a sé, permettendo che la famiglia si ricongiungesse.
Sutri è luogo ricco di storie, antiche come antica è la sua origine, che affonda le radici già nell’età della pietra, anche se fu con gli Etruschi che questo borgo divenne rinomato e fiorente. La tradizione popolare narra che la cittadina sia stata fondata da Saturno, padre degli dei, dal cui nome etrusco, Sutrinas, deriverebbe il nome della città.
Ed è una storia così cara alla città, che persino nello stemma cittadino appare Saturno a cavallo che solleva un fascio di spighe di grano, in segno di abbondanza e fertilità.