Sul Litorale Domitio esiste un luogo sopravvissuto alla minaccia dell’inquinamento e della cementificazione. Non ha i colori vivaci della campagna né gli esplosivi profumi del bosco, ma è un’area palustre e umida che gli uccelli hanno scelto come buen retiro.
L’Oasi dei Variconi è una riserva naturale di 194 ettari ricca di biodiversità, situata sulla foce del fiume Volturno. La sua posizione al centro del Mediterraneo la rende un ponte ideale per le migliaia di uccelli che in massa si spostano verso l’Africa. Fischioni, fenicotteri, gruccioni, garzette, piro piro, aironi, cavalieri d'Italia, sono solo alcune delle 250 specie avvistate tra i giunchi e gli stagni dell’Oasi, dove si rifocillano prima di riprendere il volo verso sud.
«Non sono uno di quelli che tiene il conto, ma dagli anni ‘70 solo io avrò visto almeno 150 volatili…», racconta il prof. Maurizio Fraissinet, presidente ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale) e autore di libri naturalistici e di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali.
Professore, perché gli uccelli sono così attratti dall’Oasi dei Variconi?
Perché è una zona umida, salmastra, dove vi è acqua bassa vicino al mare. Ciò significa che è ricca di alimenti e vegetazione. Per gli uccelli acquatici, e non solo, è un luogo ideale per sostare prima di raggiungere l’Africa.
Quali sono i periodi in cui c’è una presenza maggiore di uccelli?
Il maggior numero di specie si osserva nel periodo migratorio e in inverno quando l’acqua aumenta per le piogge. Le anatre, ad esempio, sono attratte da questi stagni e nel mese di dicembre ci regalano scenografie spettacolari. La presenza di svariate specie che vengono a trascorrere l’inverno ai Variconi colora l’oasi di tante sfumature diverse.
Ci sono orari della giornata in cui è più facile vedere gli uccelli?
All’alba o al tramonto, quando rientrano, c’è una maggiore mobilità perché gli uccelli mangiano fuori e tornano a dormire nell’oasi.
È difficile trovare queste specie in altre località?
Ai Variconi c’è una ricchezza particolare. Inoltre gli uccelli sono facilmente osservabili perché, date le dimensioni ridotte degli stagni, si concentrano in un piccolo spazio. In altri luoghi le osservazioni sono più casuali.
I cambiamenti climatici stanno mutando il panorama faunistico dell'oasi?
Al momento non abbiamo segnali di questo genere perché all’Oasi dei Variconi vi sono specie esotiche che si sono ben ambientate grazie a condizioni climatiche favorevoli. Il vero problema è la perdita degli habitat naturali causata dai consumi del suolo: parcheggi, centri commerciali e aree industriali rendono più rara la presenza di uccelli che vivono nei grandi spazi come ad esempio allodole o beccamoschini.
Esiste il fenomeno del bracconaggio?
Si è notevolmente ridimensionato grazie alla sorveglianza della forestale e alla collaborazione di associazioni locali. Quando la caccia illegale viene combattuta notiamo sempre in modo piuttosto veloce un ripopolamento delle specie.
Perché consiglia di praticare il birdwatching?
È un’immersione terapeutica nella natura. Ci vuole tanta pazienza, che è comunque ben spesa perché si cammina nel silenzio lontano dai rumori cittadini. Per gli inglesi il birdwatching è addirittura uno sport da praticare in modo costante.
Cosa suggerisce a chi vuole fare per la prima volta birdwatching?
È un tipo di attività che non si può iniziare da soli. Almeno il primo anno è necessario essere accompagnati da birdwatcher esperti o da ornitologi o anche aderire ad associazioni specializzate in modo da prendere parte alle uscite organizzate. Ci si può anche iscrivere a corsi di birdwatching. Anzi, molte persone che partecipano ai nostri seminari si entusiasmano al punto da ritrovarcele poi a collaborare con noi. Quando si diventa più preparati, si può andare da soli e divertirsi a riconoscere le specie, sbagliarle, correggersi e quindi appassionarsi ancor di più.
Perché consiglia il birdwatching all'Oasi dei Variconi?
Perché è una delle località della costa tirrenica meridionale più ricca di specie di uccelli e dove è più facile poterli osservare. Tra l’altro si tratta di un fenomeno che in Campania sta crescendo tantissimo: una volta queste aree paludose erano frequentate solo da me e pochi amici, adesso è facile imbattersi in appassionati muniti di binocolo con cui condividere le proprie osservazioni e le emozioni comuni che ci regalano questi straordinari animali.