Paestum e il mare, ovvero le spiagge sabbiose e un lungo litorale. Ma Paestum e il mare sono anche i due elementi che caratterizzano una delle scoperte archeologiche più sorprendenti del secolo scorso.
Nel 1968 l’archeologo Mario Napoli si trovò di fronte a una tomba a cassa del V secolo a.C. Rinvenuta appena fuori dalla città, custodiva immagini e colori dal grande potere evocativo. Come uno scrigno, essa conservava decorazioni perfettamente mantenute. Come quella di un uomo, sospeso tra il cielo e il mare, appena lanciatosi da un trampolino. Il suo corpo scuro si staglia su uno sfondo tenue. Una scena carica di forza, capace di descrivere un momento che sembra eterno, considerato come il passaggio tra la vita e la morte.
Nell’antichità questo attimo veniva spesso rappresentato con l’attraversamento di un fiume, con una imbarcazione che traghetta le anime nell’aldilà. Qui invece c’è il gesto di un uomo che da solo affronta l’ignoto. Fin dalla sua scoperta questa decorazione ha destato stupore perché è difficile da interpretare. Molti studiosi ancora oggi si interrogano sul suo significato, cogliendo nello stile influenze greche ed etrusche, senza dimenticare la cultura locale. Leggendo il tuffo come una metafora della morte, una liberazione, ma anche come una prova di coraggio.
Il tuffatore è dipinto nella lastra di copertura della tomba, insieme ad altri uomini impegnati in un banchetto che sembra divertente e coinvolgente. E quest’ultimo è un soggetto molto utilizzato nelle decorazioni funebri, meno insolito rispetto a quello del tuffatore. Sulle altre lastre della tomba compaiono coppie di uomini presi da scambi d’amore e sguardi allusivi, servitori e musici.
πώνωμεν· τί τὰ λύχν’ ὀμμένομεν; δάκτυλος ἀμέρα· κὰδ δ’ ἄερρε κυλίχναις μεγάλαις αιταποικιλλις· οἶνον γὰρ Σεμέλας καὶ Δίος υἶος λαθικάδεον ἀνθρώποισιν ἔδωκ’
“Beviamo, perché aspettare le lucerne? Breve il tempo. O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte, perché il figlio di Zeus e Sémele diede agli uomini il vino per dimenticare i dolori”Alceo
Sembra quasi di sentire il chiasso di questo banchetto pieno di vino, contenuto in un grande cratere raffigurato su una delle lastre. Di musica, proveniente dalla lira e dal flauto dipinti anch’essi nella scena, e di giochi, come quello del lancio dell’ultima goccia, esibito da uno dei partecipanti.
Il suono della vita e la sospensione della morte si rincorrono in questa tomba e il pensiero corre al defunto che qui era sepolto, alla sua vita e alle ragioni racchiuse in quel tuffo. Il tuffatore e il suo segreto sfideranno l’eternità.