Il profumo dell’elicriso, misto a rosmarino, lavanda e menta selvatica è quasi invadente, come a sottolineare la solennità del luogo, prescelto fin dalla prima età del ferro dai sardi nuragici per il culto del Sardus Pater Babai o Sid Addir Babay. Dio guerriero e cacciatore onorato più tardi anche dai cartaginesi e dai romani.
Indifferenti ai dibattiti archeologici e alle leggende di cui sono protagoniste, si ergono le colonne romane del tempio di Antas, nel sud ovest della Sardegna. Ci troviamo nella vallata dominata a nord dal monte “Conca s’Omu”, che fa da cornice con i suoi lecci e lentischi, attraversata dal rio Antas, a sud del comune di Fluminimaggiore, a circa 10km dal paese.
A pochi metri dall’edificio, sono state rinvenute tre tombe di età nuragica, appartenenti ad una necropoli più vasta, di cui si trovano pochi esempi simili in Sardegna: solo in una furono ritrovati dei resti umani, mentre nelle altre due erano presenti resti commemorativi, tra cui un bronzetto raffigurante un uomo nudo con le gambe leggermente flesse, la mano destra alzata in segno di benedizione e nella mano sinistra una lancia. La statuina potrebbe rappresentare la più antica prova del culto del Sardus Pater.
Una parte del tempio risale ai cartaginesi, che lo costruirono sul finire del V secolo a.C. in onore della divinità punica Sid Addir Babay, in prosecuzione del culto dei sardi nuragici. Più tardi, per volontà di Augusto, venne edificato il tempio romano, restaurato successivamente da Caracalla. Nell'iscrizione dedicata all'imperatore si legge fra l'altro: TEMPL(um) DE SARDI PATRIS BAB., che non lascia alcun dubbio sulla destinazione d’uso della costruzione.
Il sito venne scoperto nel 1836 dal generale Alberto La Marmora, ma solamente nel 1954 fu identificato come luogo di culto del Sardus Pater ad opera della studentessa L. Caboni, che, alle prese con la sua tesi universitaria, scoprì un frammento dell’epistilio, dopo che per secoli gli archeologi avevano cercato disperatamente il tempio dedicato al dio.
La localizzazione, in seguito al suo collegamento con il Sardus Pater, diede origine a numerose ricerche che porterebbero a rivoluzionare la storia dei popoli del Mediterraneo, identificando la mitica Atlantide, menzionata per primo da Platone nel IV secolo a.C., proprio nella Sardegna. Atlantide sarebbe stata una potenza navale situata "oltre le Colonne d'Ercole”, che avrebbe conquistato numerose porzioni di Africa e del Mediterraneo per opera di guerrieri spietati che si muovevano agilmente via mare, fermandosi solo per vedere la loro terra “sprofondare in un solo giorno per opera di Poseidone”.
Molti hanno ricercato Atlantide tra le terre emerse e sommerse del Mediterraneo, altri avallano l’ipotesi che fosse una mera invenzione di Platone per giustificare le proprie idee politiche. In attesa di un'altra studentessa universitaria che rivoluzioni ancora una volta la storia con qualche clamorosa scoperta, respiriamo la magia di un luogo antico e carico di storia.