Numero
25

Il viaggio della Cacio e Pepe

Il viaggio della Cacio e Pepe Il viaggio della Cacio e Pepe

Cosa c'entra la cucina con la transumanza? Parecchio, soprattutto se pensiamo al passato, quando i pastori con le greggi di pecore partivano dall’Abruzzo, dal Molise o dall'Umbria e attraverso strade di campagna piccole e sterrate raggiungevano l'Agro Romano.

Era un viaggio lungo da fare a piedi e doveva essere affrontato anche con un'alimentazione adeguata. Sostanziosa, innanzitutto, ma anche non deperibile. Capace di sostenere i pastori nei lunghi giorni di cammino. 

Per questo motivo le scorte alimentari erano fatte di ingredienti semplici: pecorino, guanciale, un po' di pepe, pasta secca realizzata con acqua e farina. Tutto ciò che serviva per affrontare il lungo viaggio che separava le coste Adriatiche o il cuore d'Italia dall'Urbe, doveva essere contenuto in una sacca da portare in spalla o sulla sella del mulo. 

Cominciamo a capire come mai la cucina romana è fatta, in gran parte, di piatti ricchi di gusto ma dagli ingredienti semplici (seppur di non facile esecuzione, come vedremo tra poco). Abbiamo già parlato della Gricia. Stavolta ci soffermeremo sulla Cacio e Pepe. Giusto tre ingredienti: pecorino romano, pepe nero in grani e pasta. Niente olio, niente aglio, niente cipolla. Un mix semplicissimo che si trasforma in un tripudio di gusto. 

D'altra parte nessun pastore poteva usare il pregiato olio extravergine d'oliva. E così l'inventiva in cucina, caratteristica di tutta la penisola italiana, ha fatto nascere questa peculiare cremina fatta di pecorino non troppo stagionato e pepe macinato al momento. Il segreto, secondo molti chef della tradizione romanesca, è utilizzare per l'appunto un pecorino non troppo stagionato, onde evitare la formazione di grumi o lo sgradevole effetto filante del formaggio. 

Generalmente si usa pasta lunga tipo spaghetto o tonnarello. Si cuoce molto al dente e poi si cala in un recipiente dove sono presenti pecorino grattugiato e pepe macinato fresco. A crudo, senza procedere a una mantecatura su fuoco. L'acqua di cottura, ricca di amidi, permette di evitare la formazione di grumi e amalgama perfettamente gli ingredienti.

Una questione di tecnica culinaria e di equilibri, secondo il vecchio adagio per il quale meno ingredienti ci sono, più è difficile l'esecuzione. Assunto che vale per la Cacio e Pepe come per la Gricia, l'Amatriciana o la più contemporanea Carbonara.