Se ne sta lì, solitario e silenzioso, tra le acque blu del Parco Marino di Punta Campanella, lo scoglio di Vetara. Ha la forma ovale, un aspetto selvaggio, e il suo nome, Vetara, potrebbe derivare da “vivaio”: si racconta infatti che sull’isolotto, disabitato e di difficile accesso, un tempo vi risiedesse una colonia di conigli.
Venendo da Sorrento, precede di poco l’arcipelago de Li Galli, che a differenza di Vetara è da sempre molto celebrato e raccontato. Ma anche Vetara ha il suo fascino e lo conoscono bene i marinai che navigano in questi luoghi e i sub, che considerano i suoi fondali tra i più belli della Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina.
Vetara vista dal Sentiero Sirenuse | Ph. Machi di Pace

Immergendosi già dopo pochi metri si rimane incantati dai coralli che dipingono il mare trasparente con pennellate di colore. Scendendo ancora un po’ gli occhi si perdono tra nuvole di castagnole, sfumature di gorgonie gialle e rosse, banchi di pesce azzurro di piccola taglia che attraggono pesci pelagici come le ricciole e i tonni. E poi banchi di saraghi, qualche cernia, i barracuda, nugoli di gamberi che si nascondono in una piccolissima grotta proiettata verso il mare aperto, verso Capri.
È un piccolo atollo tropicale dal mare cristallino e dall’incredibile biodiversità. Perfino il marangone dal ciuffo, uccello simile al cormorano, ha scelto questo scoglio ventoso e solitario per nidificare.
Ph. Edoardo Ruspantini

Ph. Edoardo Ruspantini

La mitologia ha reso celebri Li Galli al punto che chiunque si affacci su questo mare non può fare a meno di ricordare le gesta di Ulisse e del suo incontro con le Sirene. Vetara è sempre rimasto in disparte: meno popolare, meno corteggiato, ma molto ammirato da chi ama i luoghi più selvaggi e isolati.
Norman Douglas nell’opera “La terra delle Sirene” si chiedeva se i tre isolotti de Li Galli in origine non fossero un corpo unico, poi suddiviso dagli agenti atmosferici e dai fenomeni naturali, e il vero arcipelago delle Sirene non comprendesse anche Isca, che è molto vicino alla terraferma, e Vetara, che dista poco più di un chilometro dal fiordo di Crapolla.