Qualsiasi storia potrebbe avere come sfondo il Monte Soratte. È un posto che provoca storie. Non è un caso che i romani abbiano scambiato il dio italico Soranus con Apollo, il protettore della poesia.
Storie di contemplazione
In fondo le Bucoliche le ha ispirate la campagna laziale. Proprio il poeta che esortava a cogliere l’attimo e assaporare le piccole cose, Orazio, vide il Soratte imbiancato dalla neve e ne trasse la voglia di godersi il vino e il fuoco del suo simposio. Niente preoccupazioni sul monte Soratte. Al massimo un po’ di affanno per scalarlo, ma nulla di più. Anche gli angoli più nascosti offrono una panchina dove recuperare le forze e ammirare il paesaggio in silenzio, tra la ferula altissima e l’acero. Quasi duemila anni dopo Orazio, il generale Kreipe, catturato dagli americani sull’isola di Creta, cantava i suoi stessi versi rivolto verso il Monte Ida innevato. Il comandante Fermor, suo carceriere, li declamava insieme a lui. Le sciagure possono fermarsi di fronte al Soratte.
Storie di guerra
Poteva essere teatro di violenti conflitti il Soratte. Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi facevano lavorare gli operai italiani nelle grotte della montagna, che era diventata la loro nuova base operativa. Intanto le bombe americane cadevano dal cielo. Venne poi la guerra fredda, che invece di ordigni in Italia non ne fece cadere ma nel 1967 nessuno poteva saperlo. Così si scavò nel monte per costruire un bunker anti-atomico per il Governo. In precedenza altre battaglie si erano combattute su quelle cime. Lì si era nascosto papa Silvestro nel quarto secolo per sfuggire alla persecuzione di Costantino. E proprio a Silvestro è dedicato l’eremo che veglia sul pizzo della montagna, dove la fede cristiana trovò le forze per sconfiggere quella pagana. Di lì a qualche anno la parola di Cristo si sarebbe diffusa in tutto l’impero.
Storie di mistero
Un monte così alto in mezzo alla pianura deve aver scatenato gli impeti religiosi di diversi popoli. Gli etruschi, in onore a Soranus, si vestivano da lupi, sacrificavano animali e camminavano sui carboni ardenti. Anche più avanti, durante l’occupazione tedesca, Francesco, operaio italiano, nelle ore di libertà si allontanava per parlare con degli uccellini in una lingua strana. Gli abitanti di Sant’Oreste lo chiamavano San Francesco. Il giorno che piovvero le bombe americane, gli italiani erano tutti nelle zone sicure del monte. Li aveva avvertiti Francesco, dopo aver parlato con gli uccelli in quella strana lingua.
Leggende
Alle troppe bombe americane, Kesserling fu costretto a fuggire e a nascondere i beni sequestrati alla Banca d’Italia e alla comunità ebraica. Se questa sia leggenda o verità non si sa. I posti dove nascondere i beni erano molti perché le grotte del Soratte sono innumerevoli e non tutte esplorate. Da Orazio a Indiana Jones, tra tesori nascosti, tedeschi cattivi e grotte segrete, il Soratte è un luogo che provoca storie. Dalla grotta più profonda alla cima più alta, vicino all’eremo di San Silvestro, dove si vede tutta la valle del Tevere. I sedimenti marini sul monte ci dicono che un tempo da lì si vedeva il mare, ma nessuno è rimasto per raccontarlo.