Basta allontanarsi pochi chilometri del centro di Bomarzo, nella Tuscia viterbese, per entrare in un mondo che potrebbe essere abitato da fate e da gnomi, da folletti e da grilli parlanti.
Siamo nel bosco di Chia, a un'ora da Roma, in un luogo che fu così caro a Pasolini che decise di trascorrervi gli ultimi anni di vita. Lasciata l'auto al campo sportivo si inizia a scendere verso la forra: le voci della strada diventano un vago ricordo, quelle della natura sempre più intense.
E così si scatena la fantasia: che animale sarà quello che si è appena mosso tra gli arbusti con uno scatto veloce e improvviso? La tortora invece si fa riconoscere subito: tuba svolazzando tra un ramo e l'altro di una quercia con la sua coda lunga. Come le lucertole, che strisciano nascoste tra le siepi ma ogni tanto si fanno vedere.
La Valle del Tevere, nitida come in un quadro paesaggista, sbuca all'improvviso sulla sinistra, di fronte a un grande masso messo lì come per dire ai camminatori: fermatevi, qui c'è una sorpresa che non potete perdervi. E poi arriva il bosco: fitto, ombroso, di un verde lussureggiante.
La colonna sonora della discesa verso la forra è lo scrosciare prima impercettibile, poi sempre più chiaro, del torrente Castello. Qualche tronco di albero caduto lungo il sentiero rende la passeggiata ancora più avventurosa. L'intensità del rumore dell'acqua misura la distanza.
Le piccole cavernette scavate nella roccia a scopo votivo sono una testimonianza che questa fu terra di Etruschi, mentre i resti del mulino che si trovano proprio sulla sponda del torrente Castello raccontano una fervida attività di commercio soprattutto in epoca medievale.
Con la stessa curiosità di un bambino attraversiamo la galleria stretta e buia che si trova proprio sotto una parete rocciosa, non lontano dal mulino, finché davanti compare la vera sorpresa di questo bosco: le cascate di Fosso Castello, tra le più belle del Lazio eppure tra le meno conosciute. Così scenografiche, che lo stesso Pasolini decise di ambientarvi la scena del Battesimo di Gesù nel film “Il Vangelo secondo Matteo”.
E non si può resistere alla tentazione di sedersi su una pietra, mettere i piedi nell'acqua e vederla scorrere, con occhi sognanti. Nel bosco torniamo tutti a essere bambini.