A un chilometro e mezzo dal borgo di pescatori di Marina della Lobra galleggia un piccolo scoglio arso dal sole. Protagonista di leggende locali e simbolo dei pescatori, questa roccia nel mare è l’anima di Massa Lubrense.
Il suo nome deriva da vervex (in latino montone), perché il suo profilo assomiglia a questo animale. Motivo per cui qualcuno lo chiama anche marito di Capri (isola delle capre). Si racconta che le donne di Marina della Lobra, per paura che i sorrentini rubassero lo scoglio, realizzarono una grossa fune per tirarlo a riva e metterlo in salvo. Ma mentre provavano a tirare la fune si spezzò e le donne caddero con il fondoschiena per terra. Da quel giorno, si dice che tutte le donne della Lobra abbiano il sedere piatto.
Lungo cinquanta metri e largo meno di venti, sul dorso del Vervece e sulle sue acque sorveglia un faro. Lo scoglio rientra in una delle due zone a tutela integrale dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, ma la sua stupefacente bellezza è riservata solo ai sub che si immergono tra le sue acque. Gianluigi Di Maio, presidente del Punta Campanella Diving Center, è uno dei fortunati.
Gianluigi, quali pesci incontra chi si immerge al Vervece?
Dentici, saraghi, spigole, scorfani, murene, pesci San Pietro, grosse cernie e un grandissimo banco di barracuda stanziali. La distanza dalla costa e le correnti del Golfo di Napoli favoriscono lo sviluppo di una fauna ricchissima. Infatti, quella al Vervece è una delle immersioni più belle del Golfo.
Quali altre bellezze sottomarine si possono ammirare?
Sul versante Nord c’è un “giardino” di gorgonie rosse di impareggiabile bellezza. Mentre a profondità minori distese di alghe Sargassum vulgare creano un variegato habitat tutto da esplorare. Il versante ovest è caratterizzato da una bellissima parete di Halimeda Tuna che si alterna con distese di parazoanthus.
È un’immersione per esperti?
La sua forma conica, con terrazzamenti a -12, -20 e -30 metri e oltre, ne fanno un’immersione adatta a subacquei di qualsiasi livello.
Il Vervece è stato spesso vittima di predatori di datteri che ne devastano i fondali…
È stato lo scempio peggiore di sempre nel Parco Marino di Punta Campanella, un chiaro affronto alle direzione del parco e alle autorità preposte alla sua salvaguardia. I primi tempi, molti di noi piangevamo con la maschera sul viso mentre ci immergevamo: era scomparsa quella biodiversità invidiata da qualsiasi altro mare del mondo. Oggi, però, le pareti calcaree bianche sono un lontano ricordo. Il Vervece si sta “risollevando” e la ricolonizzazione dello scoglio è in pieno fermento!
Tutti gli anni, la prima domenica di settembre, si celebra una processione subacquea. In cosa consiste?
Il 28 settembre 1974 il campione siracusano di apnea Enzo Maiorca raggiunse 87 metri di profondità stabilendo il nuovo primato mondiale per l’epoca. A ricordo perenne di tale impresa e a “protezione” di quanti amano il mare e vi hanno perso la vita, a 12 metri di profondità fu posta una statua di bronzo della Vergine. Ogni anno scendiamo a renderle omaggio insieme a tante persone provenienti da tutta Italia.
Cosa rappresenta il Vervece per gli abitanti di Massa Lubrense?
Per anni è stato una sorta di vivaio dove i pescatori, con rispetto e consapevolezza, pescavano quel che serviva al sostentamento. Poi la pesca è diventata più intensiva e spesso l’avidità ha preso il sopravvento impoverendo le acque. Con l’istituzione del parco marino si è deciso di creare un’oasi ecologica, favorendone una ripresa che ha portato un beneficio anche alla pesca ai confini del parco stesso. Purtroppo, però, l’omertà diffusa verso i pescatori di frodo mi fa pensare che oggi tante persone non vedano più il leggendario scoglio con l’orgoglio del passato, comprese gran parte delle istituzioni che si ricordano del Vervece solo durante la festa della Madonnina.
Cosa si prova quando ci si immerge al Vervece?
Negli ultimi 27 anni non ricordo quante immersioni abbia fatto al Vervece, ma è sempre una grande emozione tuffarmi nelle sue acque, sorvolare il “giardino” di gorgonie gialle e rosse, aspettare il passaggio delle aquile di mare sul versante nord, volteggiare tra i barracuda, aspettare i tonni che visitano lo scoglio nel periodo estivo. O, semplicemente, librarmi in acqua con lo sguardo verso il mare aperto, aspettando un incontro memorabile con qualche grande animale marino.