Numero
16

Un borgo storico

Un borgo storico Un borgo storico

Un borgo piccolissimo di appena duecento abitanti, arroccato su una collina a 575 metri di altezza e incastonato nel meraviglioso Parco regionale dei Monti Lucretili, nel punto di incontro tra la Valle dell’Aniene e la Sabina romana: Percile è uno scrigno, tra i più belli d’Italia.

Ad appena sessanta chilometri da Roma, è vicino alla capitale eppure sembra di essere lontanissimi. Qui tutto ha un sapore antico. Le casette di pietra, i vecchietti seduti sulle panchine a scaldarsi al sole, i palazzi bassi, i vicoletti affacciati sulla valle; la legna per i camini accumulata accanto ai portoncini, i panni stesi al sole sul filo tra due alberi. I gatti camminano per strada in libertà, il profumo del sugo a ora di pranzo si diffonde per strada. Raramente passa una macchina. È il paese della ramiccia, le fettuccine tipiche del posto, fatte artigianalmente nelle case.

Camminando tra le stradine ogni tanto spunta una croce tra i tetti perché Percile è un borgo piccolissimo, ma ricco di storia e di chiese da vedere. Quella di Sant’Anatolia, proprio al centro del villaggio, che custodisce affreschi del Seicento. La chiesa di Santa Lucia, del XVI secolo, dedicata alla Santa protettrice del borgo. Quest’ultima, insieme a Palazzo Orsini-Borghese, oggi sede del Comune, un tempo costituiva la Rocca del paese.

Le prime notizie del borgo si leggono nella vita di S. Silvestro I, Pontefice dal 314 al 335. Alcuni storici fanno derivare il nome dalla famiglia romana Porcia. Del periodo romano infatti Percile conserva alcuni cippi sepolcrali. Nel 1011 circa dei terreni coltivabili furono donati da Ottone, conte di Sabina, ed è proprio questa donazione, oggi custodita nel Regesto dell’Abbazia di Farfa, il documento più antico che abbiamo su Percile.

A sei chilometri dal centro, con una passeggiata rigenerante tutta affacciata sulla valle, con i cavalli che pascolano allo stato brado, si raggiungono i famosi lagustelli. All’ombra del Colle Faieta, i due laghetti di origine carsica, Fraturno e Marraone, sono piccoli e immersi in un paesaggio verdeggiante di abeti e roverelle che soprattutto in autunno ha qualcosa delle atmosfere alpine.