Numero
26

Una passeggiata da scoprire

Una passeggiata da scoprire Una passeggiata da scoprire

La vera natura di villa Ada potrebbe essere quella suggerita dalla fantasia di Niccolò Ammaniti, che nel suo romanzo “Che la festa cominci” ha immaginato di vedere il parco venduto a privati, per ospitare non solo passeggiate ma anche safari, con tanto di animali selvaggi e predatori.

Se pure è difficile accettare l'idea che dietro i cespugli sia in agguato un minaccioso popolo delle catacombe, o che sulle rive del laghetto si possa essere preda di una setta satanica, resta forte la percezione che Villa Ada non sia mai disposta a rivelarsi del tutto. Che cosa c'è nel folto della collina che si affaccia sulla via Olimpica? I cespugli sono fitti, e sembra quasi una scelta.

Per chi si affaccia dall'ingresso inferiore, su via di Ponte Salario, la prima impressione è quella più ingannevole: il parco è solo il giardino dei Romani, le carpe giganti del laghetto sono compagnia per papà indaffarati con barche giocattolo radiocomandate, le panchine sono fatte apposta per le chiacchierate delle mamme, i prati per dare uno sfogo ai bambini troppo tempo rinchiusi in casa. Ma questa, si capisce in fretta, è la maschera. C'è un’atmosfera di non detto, un'aria quasi misteriosa che avvolge il parco, e basta inoltrarsi sotto le querce per percepirla.

A chi ascolta i timori dell’anima, il piccolo decadente luna-park sembra l'elemento perfetto per un racconto ad alta tensione. E guardando l'acqua scura può persino venire in mente che qualcosa di inquietante ne potrebbe spuntare, un giorno o l'altro.

In realtà, a smentire ogni incubo è sufficiente il sole, la colonna sonora dei ragazzi che suonano sui prati, la voglia di festa della gente. Ma anche così, resta, inevitabile, la convinzione che Villa Ada non è tutta lì: non si denuda davanti ai visitatori, ma conserva per i più attenti sempre qualcosa da scoprire.