Numero
09

I colori della Corricella

I colori della Corricella I colori della Corricella

Di mattina presto si sente il rumore dell’acqua marina che fa dondolare le barche ormeggiate. Su una di queste, un pescatore districa le alici rimaste impigliate nelle reti. Una per una, con attenzione maniacale. Tutto intorno, il borgo della Corricella sembra sospeso nella sua eterna tranquillità.

Siamo in uno dei punti più antichi e suggestivi dell’isola di Procida. Piccolo villaggio di pescatori fin dal Seicento, Marina di Corricella è un mosaico di case, cupole, stradine ed archi che si perdono lungo la ripida discesa che conduce al mare. I colori delle facciate sono quelli pastello tipici delle isole del Mediterraneo: la calda solarità del bianco, su tutti; poi il giallo, l’azzurro, il rosa, il rosso, il verde. Un dipinto che rimane impresso nell’occhio del viaggiatore che scruta dall’alto della zona di Terra Murata, punto privilegiato per ammirare la Corricella in ogni suo angolo.

«Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano – ch’è il pesce più brutto del mare – pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua»
Elsa Morante - “L'isola di Arturo”

In un certo senso, questo borgo raccoglie in sé l’essenza di Procida e dei Campi Flegrei. I colori pastello, ma non solo: altri sono gli elementi che dipingono il meraviglioso quadro di questo lembo di Campania. La natura vulcanica del suolo, anzitutto. Procida, così come i vicini centri abitati della terraferma, nasce da eruzioni di almeno quattro diversi crateri, ora spenti e in gran parte sommersi. Il borgo della Corricella non fa eccezione: la natura vulcanica dei suoli è sottolineata dai costoloni tufacei che circondano il nostro sguardo mentre, dalla piazzetta soprastante dedicata ai Martiri, scendiamo verso il porticciolo e le banchine.

Una boccata d’aria marina e una piccola passeggiata lungo i moli. La Corricella guarda al Mediterraneo, disposta com’è lungo la costa che dà le spalle al Golfo di Napoli. Qui, ancora oggi, i pescatori si preparano alle lunghe notti fra nasse e reti, tornando solo all’alba con il loro carico di pesce. Una tradizione millenaria che si rinnova grazie a chi non ha voluto lasciare l’isola e abbandonare questo piccolo gioiello dell’architettura mediterranea.

È facile supporre che, già in tempi antichissimi, questo borgo fosse calcato dai passi di chi ha abitato l’isola. Procida è stata, infatti, la prima delle isole del Golfo ad essere colonizzata dall’essere umano. Prima i Micenei, intorno al XV secolo a.C.; poi i coloni Calcidesi, provenienti da Eubea, e in seguito i Greci. Furono loro a introdurre un’architettura colorata, vivace e ariosa, che rendesse appieno le atmosfere calde e ventose del Mediterraneo. Non è un caso che, ancora oggi, le isole greche presentino grossi elementi di somiglianza con questi borghi fatti di archi, logge e stradine intricate.

La Corricella è una “summa” dell’atmosfera procidana. Qui, dove è stato girato anche “Il Postino” di Massimo Troisi e Michael Radford, il tempo sembra scorrere secondo i ritmi che gli sono propri: lentamente, senza alcuna frenesia, ingentilito dalla risacca del mare che accarezza la battigia.