Il paradiso nascosto di Alghero

Il paradiso nascosto di Alghero

Un fazzoletto di sabbia candida e dorata accarezzato da un sole tenue. Un angolo di paradiso che toglie il fiato. Cala Burantino, come molte delle spiagge più belle del nostro paese, non è di facile accesso.

Siamo a pochi chilometri da Alghero, in uno dei punti più incontaminati della Sardegna, e insieme a Paola, una sarda doc con la passione dell’avventura e della scoperta, imbocchiamo la Strada Provinciale 105 verso Bosa. Superato il Canal dell’Omo Molt, lasciamo l’auto in un parcheggio sterrato e iniziamo la nostra passeggiata lungo una via stretta, tra arbusti spontanei e fichi d’India, con il ronzio delle api nelle orecchie e i garriti dei gabbiani in lontananza.

Il paesaggio è come una galleria di acquerelli: il mare è azzurro e verde smeraldo, il cielo è turchese, le rocce sono rosse e viola, la macchia mediterranea è di un verde brillante. Nonostante il suolo roccioso, le piante hanno messo radici. Il cisto, l’erica, il ginepro, il mirto, il corbezzolo, la ginestra e il rosmarino selvatico colorano la costa e i loro profumi alleviano le fatiche degli escursionisti.

Camminando ci imbattiamo in un enorme fosso quadrato. «E’ l’ex cava di El Boulantì. Da qui sono stati estratti i blocchi di pietra arenaria per costruire i palazzi di Alghero, il centro storico e le mura di recinzione», mi racconta Paola.

Quando l’aria si fa più pungente e sui cespugli compaiono tracce di salsedine, capisco che il mare è vicino. E infatti di lì a poco mi ritrovo davanti a un paesaggio incontaminato, fatto di due bellissime calette. La prima è rocciosa, piena di scogli e di onde che si infrangono, la seconda è caratterizzata da una sabbia dorata e morbida. Come si fa a non tuffarsi subito?

Pochi passi in acqua e sento delle scossette sulle caviglie. «Sono le occhiate – sorride Paola – sono ghiotte delle cellule morte della nostra pelle!». Banchi di saraghi e orate scorrazzano sul fondale, le piccole cernie si aggirano con aria indagatrice intorno agli scogli, un kayaker solitario si gode il mare e la natura. Se si volesse disegnare l’Eden, sarebbe come Cala Burantino.

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