La caccia al tesoro

La caccia al tesoro

In teoria ci sarebbe il pericolo di passare veloci sull'Orientale sarda, la Statale 125, diretti a Siniscola o in senso contrario, verso Orosei.

Ma per chi arriva da nord, magari dopo una visita a Capo Comino, o per chi viene da sud, dopo aver attraversato Cala Liberotto, il bivio di Berchida è quasi imperdibile: come si fa a guidare per tanti chilometri senza vedere il mare?

Immaginarlo e doverlo indovinare soltanto, ben nascosto com'è da pascoli e pietraie, è del tutto inaccettabile per un viaggiatore degno di questo nome. E allora anche i quattro chilometri di ghiaia e polvere si dimenticano in fretta, se alla fine della strada c'è un tesoro nascosto, che si conquista respirando aria che sa di cisto e lentisco, tra muretti a secco, greggi in transito e siepi senza fine.

Eccola, la spiaggia di Berchida, passata in pochi anni da sfondo per le mandrie di vacche ai record di pulizia tra bandiere verdi e azzurre, con l'acqua cristallina, la pineta e le dune. Per quanto banale, per chi arriva è inevitabile l'impressione di ricevere un premio per la pazienza. L'ideale, sembra quasi inutile sottolinearlo, è andare a riscuotere questa ricompensa lontano dalle giornate di massima affluenza: Berchida è diventata quasi un simbolo di mare incontaminato, e ora paga la celebrità inattesa.

È vero, la striscia di sabbia è vasta, lo spazio tra pini e cespugli è accogliente, ma ad agosto il richiamo delle sue acque funziona fin troppo bene. E allora, meglio affacciarsi su questa meraviglia in quelle giornate di primavera inoltrata o di estate appena accennata, accettando magari che le onde rinfrescate dal Maestrale siano un premio solo per i più impavidi, lasciando ai freddolosi soltanto il bacio del primo sole, non raro da queste parti già attorno a Pasqua.

In quelle occasioni probabilmente le piccole comodità mancheranno: niente bibite fresche, se non l'acqua del thermos che ci saremo portati dietro, niente spuntini da spiaggia che non siano i panini confezionati nell'ultimo market di paese.

Così, quando una folata ci spruzzerà una carezza di schiuma, o magari un mulinello d'aria ci riempirà i capelli di sabbia fine, costringendoci a ridere, non potremo fare a meno di pensare a Berchida come a un gioiello nascosto tra i sassi, rivelato solo agli audaci, un piccolo Paradiso meritato davvero fino in fondo.

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