Anticamente le terme erano un luogo quasi sacro, con una funzione sociale importantissima: le persone andavano alle terme per rilassarsi, per curarsi la salute, per occuparsi degli affari. Otium e negotium, l’utile e il dilettevole.
Tra i laghi di Lucrino e di Averno, nei Campi Flegrei, a parte quello antichissimo di Cuma, il centro termale più popolare sorgeva a Tripergole, un piccolo villaggio non lontano da Pozzuoli. A Tripergole venivano a curarsi in moltissimi, non solo dai luoghi vicini, ma anche da quelli lontani, scriveva Giovanni Diacono nel X secolo.
Carlo d'Angiò nel 1298 addirittura fece costruire un ospedale in questo piccolo paese, per rafforzare la fama di centro per le cure termali dei Campi Flegrei, come racconta il libro “Campi Flegrei” di Attilio Wanderlingh. Finché qualcosa sconvolse la terra...
Era la notte tra il 29 e il 30 settembre 1538 quando il suolo di Tripergole iniziò a tremare, a surriscaldarsi fino a bollire, e poi si spaccò e si aprì in un getto potente di cenere, pietre, lapilli. Otto giorni di eruzioni continue e distruzione che rasero al suolo Tripergole, le sue terme e la sua tradizione di luogo del benessere.
Il lago di Lucrino, che era collegato al mare e al lago di Averno, si chiuse in se stesso e si ritirò fino a trasformarsi in un piccolissimo specchio d'acqua sul quale, però, iniziò a riflettersi una montagna nuova, appena sorta dalla terra e dalla cenere.
Quella montagna era il Monte Nuovo. 130 metri di cima con un cratere profondo 80 metri, largo 400 e una temperatura di 27 gradi quasi costante, il Monte Nuovo è uno dei vulcani più giovani d'Europa. A vederlo dall'alto, dal Parco Virgiliano, sembra più una collina che una montagna.
Camminando lungo i sentieri, si ritrova quel benessere che un tempo questi luoghi offrivano grazie alle terme. Boschi di pini lungo le pendici si alternano alla macchia mediterranea spontanea, al leccio, ai castagni e tra la fitta vegetazione fa capolino l'azzurro del cielo, del mare, del lago.
Il Monte Nuovo è tutto proiettato su specchi d’acqua sui quali, come su un palcoscenico, sfilano le bellezze di questa terra. Capo Miseno, Posillipo, Nisida, se si cammina verso sud. Punta Epitaffio, l’isola di Ischia, se si cammina verso nord. E il lago d’Averno, con le sue folaghe dal musetto bianco che passeggiano sull'acqua.