Numero
26

La regalità del Bastione

La regalità del Bastione La regalità del Bastione

Il Bastione Saint Remy è uno dei simboli di Cagliari, un'opera scenografica e imponente d’inizio ‘900, intitolata al primo viceré piemontese dell’isola. Una costruzione che risponde appieno ai canoni dell’architettura umbertina e risorgimentale: eleganti vie pavimentate che richiamano alla mente i solenni portici di Torino, capitale sabauda.

Il Bastione che oggi domina la terrazza Umberto I fu progettato da Giuseppe Costa e Fulgenzio Setti su disegni di metà Ottocento dell’architetto Gaetano Cima. Ma fu solo nel 1896 che iniziarono i lavori ai margini del quartiere Castello, tutt’oggi nucleo antico di Cagliari, subito fuori le strette vie e le ripide scalinate che si arrampicano sulla collina. 

Il gusto architettonico è, ovviamente, tipicamente risorgimentale e risponde a canoni fortemente neoclassici. Le colonne di calcare bianco e giallo, sormontate da capitelli in stile corinzio, circondano il maestoso scalone d’ingresso a doppia rampa. È da qui che si accede alla sovrastante passeggiata coperta, oggi principale luogo espositivo della città. Gli ambienti, come da dettami di fine Ottocento, sono amplissimi e luminosi, capaci di imprimere un certo senso di deferenza al visitatore. Tutto, dai materiali di costruzione alla scansione di corridoi e stanze, doveva restituire il senso di regalità tanto ricercato dai regnanti piemontesi.

Salendo ancora più in alto, dagli spazi espositivi coperti, si arriva alla terrazza Umberto I. È da qui che Cagliari si ammira in uno dei suoi angoli più suggestivi: col quartiere storico alle spalle e il mare di fronte, verso l’ampia strada che conduce al porto.

Il Bastione si chiama così per il suo aspetto austero e perché è costruito sull’antica cortina difensiva della città medievale. Era qui che i cagliaritani si appostavano per difendere il centro di Castello dagli attacchi provenienti dal mare. Una vocazione che il Bastione non ha mai perduto fino al Novecento, quando servì da rifugio per gli abitanti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Un monumento pienamente inserito in quell’idea di risanamento che la monarchia italiana condusse in molte città, ampliando spazi e strade oltre il reticolo degli antichi vicoli.