È un paesaggio lunare quello della Valle Comino in pieno inverno. I piedi affondano nella neve ancora morbida. Le nuvole basse e dense si confondono con il manto bianco e insieme disegnano delle forme strane: una stella, un pesce, una distesa immensa che potrebbe sembrare il mare.
Ph. Ludovica Baratta

La nebbia a tratti è così fitta da non permettere di vedere cosa c’è oltre il proprio corpo. E allora si cerca qualche compagno di escursione, lo si chiama a voce alta per avere la sicurezza di non essere soli. Le piccole orme del lupo, allineate in maniera geometrica, quasi perfetta, sono parte integrante del paesaggio. Incastonata tra i confini di Abruzzo, Lazio e Molise, nell’omonimo Parco Nazionale, la Valle Comino ha la forma di una conca che si estende su un territorio di oltre duecento chilometri quadrati, in provincia di Frosinone.
Ph. Ludovica Baratta

Bianca e fredda d’inverno, verdeggiante e mite d’estate, non è molto lontana né da Napoli né da Roma, ma è abbastanza lontana da garantire passeggiate silenziose e aria tersa e pungente. Con il Monte Meta che svetta tra le cime che la chiudono e circondata da borghi che sono degli autentici gioielli, è il luogo ideale per gli escursionisti con le ciaspole o per quelli con i soli scarponi da trekking delle temperature più calde. E anche per chi è alla ricerca di giornate lente che abbiano il profumo dei camini e il sapore del pane cotto a legna.
Ph. Ludovica Baratta

Il suo nome deriva probabilmente dalla vecchia città romana di Cominium, distrutta durante la terza guerra sannitica nel 239 a.C., come hanno raccontato Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso. Anche se questo nome non è mai stato rinvenuto in alcun ritrovamento di epoca romana. Sappiamo però con certezza che la Valle si chiamava Comino già nel Medioevo e seguì le sorti del Regno di Napoli e delle due Sicilie, trasformandosi nel teatro di un’aspra resistenza contro l’Unità d’Italia, con i briganti che combatterono e si nascosero tra le montagne della zona.
Ph. Ludovica Baratta

Un passato ricco di storia, che oggi in parte rivive nello spirito dei borghi che puntellano la valle: Picinisco, con le sue torri, le mura merlate e la grande porta d’ingresso; San Donato Val di Comino, con le sue intricate stradine, i passaggi coperti e le piccole piazze; Atina, tra i paesini più belli d’Italia, che la leggenda vuole sia stata fondata da Saturno, dio dell’Olimpo, che fuggì dalla Grecia e si nascose nel Lazio dove fondò cinque città, tra cui proprio Atina.