È un paesaggio lunare quello della Valle Comino in pieno inverno. I piedi affondano nella neve ancora morbida. Le nuvole basse e dense si confondono con il manto bianco e insieme disegnano delle forme strane: una stella, un pesce, una distesa immensa che potrebbe sembrare il mare.
La nebbia a tratti è così fitta da non permettere di vedere cosa c’è oltre il proprio corpo. E allora si cerca qualche compagno di escursione, lo si chiama a voce alta per avere la sicurezza di non essere soli. Le piccole orme del lupo, allineate in maniera geometrica, quasi perfetta, sono parte integrante del paesaggio. Incastonata tra i confini di Abruzzo, Lazio e Molise, nell’omonimo Parco Nazionale, la Valle Comino ha la forma di una conca che si estende su un territorio di oltre duecento chilometri quadrati, in provincia di Frosinone.
Bianca e fredda d’inverno, verdeggiante e mite d’estate, non è molto lontana né da Napoli né da Roma, ma è abbastanza lontana da garantire passeggiate silenziose e aria tersa e pungente. Con il Monte Meta che svetta tra le cime che la chiudono e circondata da borghi che sono degli autentici gioielli, è il luogo ideale per gli escursionisti con le ciaspole o per quelli con i soli scarponi da trekking delle temperature più calde. E anche per chi è alla ricerca di giornate lente che abbiano il profumo dei camini e il sapore del pane cotto a legna.
Il suo nome deriva probabilmente dalla vecchia città romana di Cominium, distrutta durante la terza guerra sannitica nel 239 a.C., come hanno raccontato Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso. Anche se questo nome non è mai stato rinvenuto in alcun ritrovamento di epoca romana. Sappiamo però con certezza che la Valle si chiamava Comino già nel Medioevo e seguì le sorti del Regno di Napoli e delle due Sicilie, trasformandosi nel teatro di un’aspra resistenza contro l’Unità d’Italia, con i briganti che combatterono e si nascosero tra le montagne della zona.
Un passato ricco di storia, che oggi in parte rivive nello spirito dei borghi che puntellano la valle: Picinisco, con le sue torri, le mura merlate e la grande porta d’ingresso; San Donato Val di Comino, con le sue intricate stradine, i passaggi coperti e le piccole piazze; Atina, tra i paesini più belli d’Italia, che la leggenda vuole sia stata fondata da Saturno, dio dell’Olimpo, che fuggì dalla Grecia e si nascose nel Lazio dove fondò cinque città, tra cui proprio Atina.