Camminare lungo il sentiero che congiunge Punta Tresino ad Agropoli, incantevole porta d'ingresso del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, a Santa Maria Castellabate, delizioso borgo marinaro, è una festa.
Il cielo e il mare sono così azzurri che non si sa bene dove inizia l'uno e dove finisce l'altro. Se esistesse una bandiera blu per la trasparenza dell’orizzonte, quello di Agropoli sarebbe premiato almeno quanto il suo mare, tra i più limpidi d'Italia. A modo suo sembra raccontarcelo anche la poiana, che volteggia indisturbata e regale in cerca di cibo persino sulla strada statale che arriva ad Agropoli, dove certamente il traffico di macchine è più intenso che in campagna.
La passeggiata è facile, senza affanno, le salite sono semplici e così anche le discese, verrebbe quasi voglia di camminare a occhi chiusi, lasciandosi guidare dall'istinto. Si cammina lentamente perché qui tutto invita alla calma. Ogni passo lungo questo sentiero che costeggia il mare evoca un'immagine colorata come il mirto, il lentisco, l'euforbia, il limone e profumata del sale portato dal vento. Il Mediterraneo e la sua macchia sono una cura per la testa e per il cuore.
Lungo i bordi del sentiero i resti dei famosi tredici ponti di pietra locale resistono ancora all'usura del tempo. Bisogna scostarsi un po’ dalla via maestra per ammirare la loro splendida struttura a chiave di volta, testimonianza dell'epoca borbonica. I resti dei casali dei contadini, disseminati qua e là lungo tutto il percorso, invece sono tracce ancora vive di quanto la collina fosse importante per la vita delle persone ancora agli inizi del ‘900.
Costruiti con il caratteristico muro a secco, con le aie ben separate dal resto delle abitazioni, con le finestre alte attraverso cui il cielo entra in maniera dirompente e con una vegetazione esplosiva che lentamente ha occupato gli spazi che un tempo erano vissuti dalle persone, sono un esempio affascinante e insieme nostalgico di quanto la vita un tempo fosse semplice, lenta e vicina al mare.