Il bello di Roma è anche questo, che ti permette di rifugiarti in un bosco silenzioso e profumato senza mai uscire dalla città.
Per correre, per camminare, per fare una passeggiata in bicicletta, una sessione di yoga, per conoscere un pezzetto di storia della città da un punto di vista diverso, attraverso percorsi meno turistici ma non meno belli, oppure semplicemente per staccare la spina cercando un contatto stretto con la natura.
Chi abita nella parte nord-orientale della città, tra i vivaci quartieri di Montesacro e Pietralata fino a Ponte Mammolo, ha la fortuna di poter approfittare delle meraviglie naturalistiche della Riserva dell'Aniene: 650 ettari di vegetazione rigogliosa e selvaggia che si estende sulle sponde del fiume omonimo, che dalle sorgenti dei Monti Simbruini scorre fino a Roma Nord per poi confluire nel Tevere.
Tra i cerri e le roverelle che popolano la parte più pianeggiante del parco trovano casa aironi cenerini, cormorani e pappagalli, spesso impegnati a svolazzare furtivamente sugli alberi da frutto dei giardini intorno al parco per rubare una susina o un’albicocca. Nella parti umide, invece, proprio dove scorre il fiume, hanno messo radici olmi, salici bianchi, il frassino e l'acero.
A guardarlo il fiume Aniene, con quell’acqua verdastra dove difficilmente si riesce a scorgere il fondale, non lascerebbe mai pensare che il martin pescatore, il gambero o il granchio d'acqua dolce, buoni intenditori di acque pulite, vivano proprio qui. Ma riservati come sono, si lasciano vedere solo da chi ha la tenacia e la pazienza di aspettare.
Non si potrebbe dire lo stesso per le anatre e le nutrie, che impassibili e indifferenti agli sguardi dei curiosi navigano in cerca di cibo sulle acque del fiume tra l'antico Ponte Nomentano, risalente all'epoca di Menenio Agrippa, e il tratto che scorre parallelo a via Monte Nevoso, storica strada di villini dall'architettura Liberty tutta affacciata sul parco, nel cuore di Città Giardino.
Ma la Riserva dell'Aniene è qualcosa di più di un bel posto dove andare a trascorrere qualche momento di relax o a praticare un po’ di sport. È un rifugio prima di tutto mentale, uno stato d'animo, un luogo che dà libertà per il solo fatto che esiste, che è lì, con i suoi sentieri polverosi che diventano fango ogni volta che piove, con le arnie nascoste tra cespugli poco addomesticabili, con gli angoli all'ombra delle canne, che improvvisamente ti portano con la fantasia in altri luoghi del mondo.
È lì ed è facilmente raggiungibile e il solo fatto di saperlo attenua quella sensazione di claustrofobia che talvolta le città rumorose e trafficate possono dare.