Non c’è stradina o sentiero che non regali piacevoli sorprese anche agli occhi più distratti, nella terra degli Dei.
Il panorama lungo il sentiero: Li Galli, Capri, Positano e la Penisola Sorrentina | Ph. Anna Monaco - Trentaremi

A un’ora di distanza sia da Napoli che da Salerno, arroccata sui suoi 630 metri di altezza, famosa per l’aria fresca e salubre e l’abbondanza delle acque, è Agerola il paese che apre le porte alla bellezza degli dei. Dalla Piazza Paolo Capasso di Bomerano, uno dei sei villaggi in cui è suddiviso il comune, un escursionista può scegliere se camminare lungo il celebre Sentiero degli Dei, la cui bellezza è racchiusa già tutta nel nome, e arrivare fino a Positano. Oppure se optare per un percorso meno conosciuto, dal nome meno suggestivo, forse un po’ più impervio, ma dal panorama da sogno: il Monte Tre Calli.
Ph. Anna Monaco - Trentaremi

«Tra stradine di pietra e scalinate affacciate su terrazzamenti coltivati iniziamo a salire verso la cima della montagna», racconta Marco, una guida del posto. I profumi della macchia mediterranea sono inconfondibili. Piccole orchidee selvatiche colorano gli argini del sentiero, mentre le capre e le mucche sono la compagnia più frequente per chi sceglie di addentrarsi lungo questo percorso. I fasci di legno ammassati in alcuni punti del tragitto all’altezza del Monte Paipo suggeriscono i ritmi di una vita contadina semplice e autentica.
A mano a mano che si sale, le scale di pietra lasciano il posto a un sentiero sterrato avvolto da un bosco di castagni e da un silenzio fitto. Salendo, il silenzio diventa sempre più assoluto mentre i castagni cedono il passo a una vegetazione sub-montana e a un’arietta sempre più pungente.
Ph. Anna Monaco - Trentaremi

Paipo, Monte Calabrice, Capo Muro con il suo caratteristico fungo di roccia, sono i nomi familiari a chi conosce questo sentiero. Il panorama invece non ha bisogno di commenti: Agerola, il Golfo di Salerno, la Penisola Sorrentina, Capri. Si potrebbe stare ore seduti sulla cima dei Tre Calli a osservare le pareti di roccia calcarea della montagna che cadono a picco sul mare blu. È un paesaggio aspro e talmente bello da non concedere tregua. Ed è questa forse la caratteristica più affascinante dei Monti Lattari, che con la loro durezza sorvegliano e proteggono la Costa d’Amalfi.
Ph. Anna Monaco - Trentaremi

Persino il nome “Tre Calli” stuzzica la fantasia. «La spiegazione più comune è che guardando dalla cima della montagna verso Nord-Ovest – spiega Marco – si individuano alcune cime poco pronunciate che assomigliano ai calli di una mano. Ma il professore Aldo Cinque dell’Università Federico II di Napoli – continua Marco – ha chiarito che il toponimo “Tre Calli” ha origine medievale. La sommità di questa catena si compone di quattro cime allineate separate da tre selle simili a quelle dei cavalli, che sarebbero appunto i tre calli».