Numero
01

Un tesoro di carta

Un tesoro di carta Un tesoro di carta

“I libri sono fatti per essere usati”, così recita la prima delle cinque leggi di Ranganathan, uno dei padri della biblioteconomia. Un’affermazione semplice che potrebbe sembrare addirittura banale, ma che in realtà è la ragion d’essere delle biblioteche. Dalle più piccole a quelle più prestigiose, come la Biblioteca Statale Oratoriana del Monumento Nazionale dei Girolamini a Napoli.

La biblioteca, insieme con la chiesa e la quadreria, è parte di un complesso religioso fondato verso la fine del Cinquecento e retto dalla Congregazione dell’oratorio di san Filippo Neri, i cui membri erano noti come “girolamini” (nome dalla chiesa di San Girolamo di Roma che fu la prima sede).

L’enorme complesso napoletano, oggi monumento nazionale, è uno scrigno di arte posto nel cuore della città, tra Via dei Tribunali, su cui prospetta la chiesa, e il Duomo. Dopo una lunga e tristissima fase caratterizzata da negligenza e sottrazioni illecite, oggi la biblioteca è oggetto di restauro, come pure la chiesa.

Una strana aura avvolge questo luogo, l’idea di una bellezza negata, un luogo tanto ricco quanto irraggiungibile, quasi un colmo per una biblioteca che fin dalla sua istituzione fu aperta al pubblico.

Quella dei Girolamini è una vasta collezione che conta quasi 160.000 volumi, tra cui incunaboli ed edizioni rare, formata da più fondi tra cui quello dei padri filippini, costituito principalmente da opere di teologia, il fondo Gervasio, con opere di archeologia e numismatica, senza dimenticare il fondo Valletta.

Si tratta di un patrimonio che era di circa 18.000 volumi appartenuti a Giuseppe Valletta, un avvocato e filosofo napoletano vissuto tra Sei e Settecento, ma soprattutto un appassionato bibliofilo.

La sua “libraria”, aperta al pubblico e molto conosciuta, era apprezzata in particolare da Giambattista Vico: il filosofo, infatti, spinse i girolamini ad acquistare i volumi di Valletta in seguito alla morte di quest’ultimo; fu così che nel 1726 la biblioteca più antica di Napoli ampliò il suo già ricco patrimonio.

Oggi quei volumi sono conservati nella maestosa sala dedicata a Vico: decorata con affreschi che raffigurano i principali padri filippini, è organizzata con scansie lignee settecentesche, progettate dall’architetto Arcangelo Guglielmelli, che in cima recano un cartiglio con le materie oggetto dei volumi.

Un tempio della conoscenza in tutte le sue manifestazioni, dalla musica alla scienza, passando per la filosofia e la letteratura, ma anche luogo della condivisione del sapere. È quello che tutti si augurano anche per il futuro della Biblioteca dei Girolamini!