Museo Archeologico Nazionale di Napoli
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Prima una caserma di cavalleria, poi un centro studi e infine un museo di caratura mondiale. Sono le tappe di questo imponente edificio che custodisce reperti millenari. Fu il re Ferdinando IV di Borbone a trasformare nel 1777 questo palazzo del ‘500 in un museo archeologico. Ma è con l’unità d’Italia che il sito borbonico assunse il nome di Museo Nazionale.
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è formato da tre sezioni principali: la collezione Farnese, quella pompeiana e la egizia, oltre ad altre private acquisite o donate alla città nel corso della storia: la Borgia, la Santangelo, la Stevens, la Spinelli.
Nata nel periodo rinascimentale su volontà di Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, la Collezione Farnese raccoglie capolavori dell’antica Roma. Nelle sale dell’Archeologico vi sono busti e preziosi ornamenti, sculture marmoree prestigiose come la Venere callipigia e tre statue delle Terme di Caracalla, a Roma: l’Ercole Farnese, il Toro Farnese e l’Atlante Farnese, quest’ultimo ospitato nella favolosa Sala della Meridiana.
Il museo conserva il maggior numero di opere provenienti dai siti archeologici di Pompei ed Ercolano, i cui scavi furono battezzati proprio dai Borbone. Tra tutti brilla il celebre mosaico della battaglia di Isso, rinvenuto nella Casa del Fauno. Le sale si fregiano di incredibili sculture bronzee provenienti dalla Casa dei Papiri, di oggetti preziosi, di mosaici e di affreschi rimasti immuni al tempo e alla lava del Vesuvio. Nel Gabinetto Segreto, una sala a luci rosse, sono in mostra reperti a soggetto erotico.
La collezione egizia è la più antica d’Italia ed è la terza più importante del mondo dopo quelle del Cairo e di Torino. Si compone di circa 2.500 pezzi fra statue, amuleti, mummie e resti umani.
Il museo è arricchito da oltre 150.000 esemplari numismatici: dalle monete coniate dalla Magna Grecia alle medaglie del Regno delle Due Sicilie, e da più di 2.000 pezzi tra testi scritti in greco, latino e dialetti italici.