Numero
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La Casina in riva al Lago

La Casina in riva al Lago La Casina in riva al Lago

Visti dall’alto, i Campi Flegrei somigliano a un sistema di atolli adagiati in una località esotica. Stretti lembi di terra formano dei crateri vulcanici dove, nel corso dei millenni, si è incuneata l’acqua di mare assieme a quella piovana. Formando alcuni dei laghi più affascinanti dell’intero Sud Italia, pieni di Storia e mistero.

Siamo a pochi minuti di auto da Napoli, nel luogo dove i coloni greci fondarono il loro primo insediamento su queste coste. E dove gli antichi romani ponevano la porta di accesso agli inferi, secondo quanto narrato da Virgilio, nelle profondità del Lago d’Averno. Qualche chilometro più su, proseguendo verso il mare, altri specchi lacustri attirano l’attenzione del viaggiatore. È il caso, ad esempio, del Lago Fusaro.

Antica riserva di caccia della dinastia Borbone, il lago ospita tutt’oggi un piccolo gioiello dell’architettura tardo-barocca e neoclassicista. Il Real Casino Borbonico del Fusaro – detto, con forme quasi vezzeggiative, Casina Vanvitelliana – fu voluto da re Ferdinando IV di Borbone (non a caso grande amante delle battute di caccia) e progettato da Carlo Vanvitelli, figlio del celebre Luigi cui si deve – fra le altre cose – quella perla monumentale che è la Reggia di Caserta.

A un primo sguardo si disvelano già le eleganti forme che il casino borbonico deriva dalle architetture più in voga nella seconda metà del Settecento. Il neoclassicismo al Sud Italia fu influenzato, in particolare, dagli allora recenti ritrovamenti di Pompei e, soprattutto, Ercolano. Le famiglie aristocratiche dell’epoca facevano a gara per chi riuscisse a costruire l’edificio più solenne ed elegante, ispirato ai dettami dell’architettura d’epoca antica. Da questo recupero – sia artistico che architettonico – della sensibilità d’epoca, non potevano certo esimersi i membri della famiglia regnante. Fu così, con questa idea intimamente legata alla storia dei suoi luoghi, che il Real Casino Borbonico ebbe il suo concepimento.

Parliamo di tre corpi di fabbrica di forma ottagonale che si intrecciano alla sommità. Andando così a formare un tetto che ricorda il profilo di una pagoda. Verso l’ora del tramonto, il casino assume forme ancor più affascinanti: il sole, tramontando alle sue spalle, gioca col suo stesso controluce. I tenui raggi del crepuscolo accarezzano queste pareti solenni e austere conferendo loro movimento e sinuosità. Non sorprende che Ferdinando di Borbone volle costruire proprio qui il suo buen retiro, non solo per quanto concerne le sue amate partite di caccia. Sulle rive del Lago Fusaro emerge, ancora oggi, la tranquillità immota di un luogo incantato. Posto a dieci minuti dall’andirivieni cittadino e, al contempo, sospeso nella sua aristocratica bellezza.

Al di là di queste rive, il profilo dell’isola d’Ischia chiude la scenografia naturale. Andando a formare un abbraccio che si protende, idealmente, verso la terraferma. I Campi Flegrei, ricoperti dal giallo del tufo, si illuminano qui in tutto il loro fascino. Un fascino da gustare e centellinare pian piano, come faremmo per un buon calice di vino. Passeggiare sulle sponde di questo lago; guadagnare il ponticello che ci porta poi all’ingresso del casino di caccia; rimirare le sue forme mentre il rumore delle acque accarezza l’udito. Esperienze fuori dal tempo che ci riconducono a un’intima connessione con la Natura. Piccoli miracoli che qui, in pochi altri luoghi, è ancora possibile vivere.