Ogni navigante che intraprende un viaggio in mare sa di poter incontrare un pericolo sulla sua rotta e, proprio nei momenti più difficili, si affida a qualcosa di superiore che possa proteggerlo.
Nell'età romana, per coloro che affrontavano le acque del Golfo di Napoli, la divinità a cui rivolgersi per richiedere protezione era Afrodite Euplea, ovvero della buona navigazione; a lei era dedicato un tempio edificato presso la Gaiola. O almeno così dice la tradizione che giustifica la “maledizione” che aleggia intorno a questo isolotto: infatti, pare che, in seguito alla demolizione del luogo sacro, si verificarono una serie di eventi funesti, tra cui il naufragio di un’imbarcazione di pescatori.
Risale invece ai secoli successivi una protezione tutta cristiana per chi viveva il mare della costa napoletana. Si trovava, e si trova tuttora, poco distante dalla Gaiola: è la chiesa di Santa Maria del Faro, a Marechiaro.
Strano pensare che in un tratto di mare “calmo” per antonomasia (il toponimo Marechiaro deriverebbe da mare planum, cioè calmo), in un paradiso che gli antichi definirono non a caso Posillipo, “tregua dagli affanni”, ci fosse bisogno di un luogo per proteggere i naviganti dalle tempeste, eppure…
Eppure la tradizione ricorda un episodio miracoloso che, probabilmente nel ‘500, vide protagonisti alcuni marinai intenti a superare una tempesta che li avevi sorpresi proprio davanti alla costa di Marechiaro. Disperati, gli uomini invocarono la Madonna facendo un voto: se si fossero salvati, avrebbero costruito un piccolo edificio di culto alla loro salvatrice laddove sarebbero arrivate le palle di cannone sparate, come estremo grido d’aiuto, dalla nave.
Queste arrivarono sulle sponde di Marechiaro, dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria del faro. I poveri marinai, soccorsi dagli abitanti e scampati al naufragio, rispettarono il loro voto: ben presto la piccola edicola affrescata che avevano costruito divenne una chiesa e poi nel ‘700, grazie alla nobile famiglia Mazza, questa fu trasformata in un grazioso esempio di arte barocca.
Al di fuori della leggenda, la storia ci dice che già nel medioevo si trovano tracce di una Madonna del faro in quest’area, che forse prendeva il nome da un antico faro romano. Senza dubbio molti reperti antichi, numerosi in questo tratto di costa prescelto dai patrizi romani come loro residenza, furono riutilizzati per la costruzione della chiesetta.
Il mare è una parte imprescindibile della storia di Santa Maria del Faro, e data la sua posizione non potrebbe essere altrimenti. Un punto panoramico che guarda il golfo e la vicina Capri e un punto di riferimento per chi dal mare arriva a Posillipo.
Per proteggere le acque di questo luogo meraviglioso ogni primavera gli abitanti del borgo portano la statua della Madonna, custodita durante il resto dell’anno nella chiesa, sott’acqua, affinché possa sorvegliare sui bagnanti e sui naviganti durante il periodo estivo: una protezione silenziosa negli abissi di Marechiaro.