Il bello di Roma è anche questo, che tra i quartieri più popolosi della città, dove il cemento sembra aver mangiato ogni centimetro, all'improvviso trovi il silenzio, la natura, la campagna. E la storia, che in questa città bella e impossibile si svela anche negli angoli più inaspettati.
Cammini tra strade antiche come l'Appia e la via Latina, i clacson delle macchine sono un sottofondo così familiare che quasi non ci fai più caso, e seguendo il verde, ti ritrovi in una valle di centonovanta ettari che dal centro di Roma arriva fino ai Castelli, quella della Caffarella. Qui convivono antiche cisterne del VI secolo, sepolcri, ville, torri di vedetta e vecchi casali.
Come quello della Vaccareccia, costruito probabilmente nel 1500 dalla famiglia Caffarelli, da cui deriva il nome del parco, dove oggi si producono i prodotti tipici della tradizione gastronomica romana come il latte di pecora, la ricotta, il cacio romano e il pecorino, e dove le galline libere ingannano il tempo a giocare coi gatti di passaggio.
Fa sorridere il pensiero che siamo in aperta campagna, ma a poche centinaia di metri dalla fermata metropolitana di Colli Albani. Un labrador bianco si avventura ad assaggiare la temperatura dell'acqua del torrente Almone, che dalle pendici dei Colli Albani attraversa la valle per intero. Un tempo confluiva nel Tevere, oggi finisce in uno scolo fognario, ma grazie all'abbondanza delle sue acque il parco della Caffarella ha sempre avuto una vocazione agricola, fin dai tempi della Roma repubblicana.
Poco distante, sul tronco di un albero probabilmente spezzato dal vento di quest'inverno, una donna se ne sta appoggiata ad ascoltare la musica con le cuffie, mentre un signore più anziano si gode il sole primaverile e l'immancabile giornale seduto in panchina. Qualcuno corre, qualcun altro cammina. Un gruppo di donne fa Pilates sui prati puntellati di margherite gialle della collinetta proprio di fronte all'ingresso del parco da via Latina, all'altezza di Largo Tacchi Venturi, fin quando una squadra di coniglietti bianchi, grigi, tortora, allegri e sfrontati, irrompe sulla scena portando un po’ di scompiglio e molti sorrisi.
E così, dopo tre ore di passeggiata in campagna, si ritorna a piedi nel centro della città, più rilassati e più allegri.