A via Passo del Furlo le fontane dell'Acqua Sacra sgorgano giorno e notte senza sosta, come una melodia naturale.
Di giorno il viavai di persone che arriva per prendere questa leggerissima acqua benefica per lo stomaco è continuo. Un rumore simile a quello che produce un sonaglio di legno quando viene agitato proviene dall’altissimo cipresso accanto al villino rosso mattone con le finestre ad arco e il tetto orlato.
Sembrerebbe un bambino che gioca, ma la grazia e l'armonia del suono tradiscono il picchio rosso maggiore, che con il suo kik kik è uno degli abitanti più affezionati di Città Giardino Aniene. A piazza Monte Torrone due pappagalli furtivamente volano tra gli alberi da frutto dei giardini privati, e il pensiero va agli auguri che un tempo proprio a Monte Sacro, di cui Città Giardino fa parte, facevano vaticini osservando il volo degli uccelli.
Poco dopo l'Acqua Sacra, sempre in piazza Monte Torrone, troneggia il villino-fortezza: un terrazzo di mattoni rosso scuro arredato con vasi grandi, palme e alberelli di limone, con le volte ad arco e un cancello nero a rete intorno al quale la fantasia si sbizzarrisce immaginando scene di vita di cavalieri e cortigiane.
Tornando indietro verso l'Acqua Sacra si imbocca via Catria, una piccolissima stradina di villini rosa, bianchi, gialli, che fanno capolino tra l'edera e qualche albero ad alto fusto.
Le scalette di via Catria arrivano a via Cimone, con i suoi villini dai colori sbiaditi e le mura screpolate e i suoi palazzetti moderni di quattro o cinque piani, effetto della speculazione. Da via Cimone si può scegliere se proseguire a destra, imboccare viale Gottardo e andare verso Piazza Sempione, per tornare dunque in una dimensione cittadina, o andare a sinistra, verso via Monte Nevoso, storica strada di villini che costeggia la Riserva naturale dell'Aniene.
Città Giardino, questo piccolo paese nella città, fu progettato e realizzato da Gustavo Giovannoni nel 1919. L'idea era di costruire un quartiere sulla falsariga delle città giardino inglesi. Un luogo autonomo, dotato di scuola, di posta, di municipio, di cinema, di teatro, dove la media borghesia che all'epoca era rappresentata dagli impiegati pubblici e dai dipendenti delle Ferrovie dello Stato, potesse vivere godendo contemporaneamente dei benefici della città e della campagna. Servizi e silenzio, spazi verdi con aria pulita e svago culturale, villini al massimo di due piani con giardini privati e alberi.
Oggi Città Giardino Aniene in qualche modo resiste. Al caos, al cemento, al famigerato traffico di Roma. Difende un ritmo di vita più lento e a misura d’uomo. Tiene fede a un passato glorioso, che risale al 494 a. C., quando proprio a Monte Sacro i plebei insorsero contro i patrizi e istituirono il tribunato della plebe per difendere i propri diritti.